La metodologia Actiongroup è applicabile sia a imballaggi primari, sia a secondari. Ridurre i costi degli imballaggi, semplificandone la gestione e migliorando al contempo la protezione del prodotto si può.
È strano il destino degli imballaggi. Sono la prima cosa che buttiamo di un prodotto, ma spesso anche quella che ci ha convinti ad acquistarlo. Li consideriamo un ingombro ed un danno per l’ambiente, ma pretendiamo che proteggano ciò che contengono. Rappresentano per chi produce un costo importante, ma spesso vengono gestiti come una qualunque commodity.
La complessità dell’argomento spesso intimorisce e sconforta, ma ridurre i costi degli imballaggi interessa ogni impresa ed è non solo vantaggioso, ma anche possibile.
La riduzione dei costi è doverosa sia verso il migliore uso e contenimento delle spese aziendali, sia verso il sistema di smaltimento dei rifiuti di qualunque Paese. Certamente è un’operazione complessa che genera parecchi dubbi sul perché e come farlo senza generare criticità secondarie.
Perché ridurre i costi degli imballaggi
Il mercato distingue in imballaggi primari, quando sono a contatto con il prodotto, e imballaggi secondari, quando ne permettono il confezionamento in unità multiple. Gli imballaggi sono una delle prime voci a cui bisognerebbe prestare attenzione per il contenimento dei costi aziendali.
E i motivi sono intuitivi:
- rappresentano spesso una spesa significativa che vale diversi punti percentuali sul costo del prodotto;
- le loro funzioni di protezione e talvolta di estetica sono considerate tanto fondamentali da far passare in secondo piano l’impatto economico;
- infine si tratta di elementi che nella loro semplicità sono molto tecnici, ma spesso le aziende non dispongono di competenze idonee per valutarli tutti al meglio.
Quasi vent’anni di interventi di consulenza sul più efficiente ed efficace utilizzo di cartoni, legno e plastiche, ci porta a dire che si possono ottenere risparmi anche superiori al 25% della spesa. E non solo: nel contempo migliorare la qualità e la protezione del prodotto.
Come ridurre costi degli imballaggi per il contenimento delle spese aziendali
Come si possono ottenere risultati economicamente vantaggiosi ed efficaci dal punto di vista funzionale? È possibile ridurre i costi degli imballaggi lavorando in modo corretto, ovvero con metodo. La risposta è nel metodo COST di Actiongroup che si sviluppa lungo quattro fasi:
C come consuntivazione storica
O come opportunità alternative
S come soluzioni operative
T come trasferimento nel tempo
Vediamo nel dettaglio la loro sequenza.
1) Consuntivazione storica: classificare i bisogni e le funzioni
La consuntivazione storica degli acquisti recenti passati è ineludibile: bisogna avere l’accortezza di suddividere in categorie omogenee non secondo la nostra necessità, ma in funzione delle capacità dei fornitori.
Qualche esempio? Chi produce bevande in bottiglia considera “cartoni” sia le scatole sia gli alveari che distanziano le bottiglie affinché non si tocchino nel trasporto. In realtà la produzione di questi due imballi avviene in tipologie di aziende completamente diverse ed è per questo che dovrebbero essere gestite come due voci separate.
Lo stesso vale per i pallet: sono uno standard di mercato anche se sono dello stesso materiale delle casse in legno che sono invece personalizzate diversi utilizzi.
Leggi anche: Consulenza riduzione dei costi: come scegliere le voci su cui
intervenire
2) Opportunità alternative: conoscere le reali esigenze d’imballaggio e le caratteristiche del mercato
Una seconda linea di analisi è quella della necessità di protezione. Alla base di scelte di imballi non ottimali per la loro funzione abbiamo spesso riscontrato alcuni fattori comuni:
incompleta conoscenza della materia
eccesso nei coefficienti di sicurezza
tradizione storica legata a vecchi fornitori o modalità produttive
Un euro pallet ha ad esempio una portata statica di quasi 2 tonnellate, ben superiore al peso, ad esempio, di certi particolari in plastica, anche se raggruppati.
Oppure, quando si usano scatole da impilare, la resistenza non è data dallo spessore del cartone, ma prevalentemente dal foglio ondulato che si trova all’interno. Quelli lisci invece rafforzano il cosiddetto carico di scoppio cioè la pressione interna di un prodotto eventualmente sfuso.
Ragionando quindi sull’effettiva necessità di protezione e sulle caratteristiche estetiche e di macchinabilità, è possibile ridefinire anche con i fornitori già esistenti un livello tecnico di prodotto migliore: ovvero più adatto all’utilizzo specifico, ma meno costoso.
Per questo motivo oggi si tende a non valutare tanto le specifiche dei materiali (cartoni, legno, plastica ecc.), quanto il peso e le sollecitazioni da cui deve essere protetto il prodotto. E si lascia al fornitore la scelta delle modalità più idonee per proteggerlo, accogliendo i suggerimenti.
3) Soluzioni operative: definire le procedure di interne e dei fornitori
La terza tematica è data dall’esame dell’effettiva specializzazione dei fornitori e delle modalità con cui sono ingaggiati. Una particolare attenzione è da rivolgere alle modalità di formulazione dei prezzi, dei lotti di stock e delle possibilità di eventuale sostituzione dei prodotti: ricordiamo infatti che oggi le necessità e le richieste di sostituzione di prodotti, anche non standard, hanno spesso tempi inferiori alla settimana. Questo permette di rafforzare la propria capacità di negoziazione delle offerte ricevute e ottimizzare le modalità di gestione interna per evitare sprechi ed esaurimento delle scorte.
4) Trasferimento nel tempo: controllare e affinare l’operatività
Un passaggio graduale alle nuove soluzioni permette di verificarne l’efficacia nel tempo, ridurre gli impatti operativi e indirizzare eventuali punti critici e aree di ulteriore miglioramento. In questo modo l’intervento diventa patrimonio aziendale condiviso, gestibile e controllabile ad ogni livello, estendibile ad altre voci con caratteristiche similari.
Puoi leggere i risultati di un progetto esteso nell'articolo: Riduzione dei costi: un esempio di risparmio da 300.000 euro all'anno
In conclusione, l’esperienza dice che, se si hanno idee chiare su ciò di cui si necessita, raramente è necessario sostituire un fornitore, anzi si può stabilire un rapporto più solido e duraturo.
Ovviamente, non rientrano nella situazione i casi in cui i fornitori non siano adatti perché non specializzati nella tipologia di prodotto che ci può interessare.
Questo approccio quindi permette di non sostituire i fornitori con cui magari lavoriamo da tempo, ma di rafforzare una relazione di lungo periodo: lavorare insieme da anni può aiutare ad ottimizzare le proposte oppure sperimentare nuove soluzioni.
Attraverso l’analisi sistematica delle esigenze è possibile intervenire in modo organico ed efficace sul contenimento dei costi aziendali. Ridurre costi degli imballaggi consente, così, di migliorare le funzionalità degli imballi stessi e ottimizzare la gestione dei prodotti da far viaggiare: il contenimento dei costi aziendali, la soluzione ottimale che ogni azienda manifatturiera vorrebbe trovare per tutte le sue voci di acquisto.
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